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La cellulite: dalla buccia di arancia al nocciolo

Dopo il riscaldamento globale e la pace del mondo, probabilmente l’eliminazione della cellulite è il terzo problema che affligge le giovani (e non) aspiranti a Miss Italia. Eppure, sono certa che tutte le donne, e non solo loro, lo metterebbero facilmente al primo posto nella classifica dei desideri.

Il suo palesarsi nella pelle a “buccia di arancia” è ritenuto come un inevitabile destino a cui è difficile sottrarsi. Da sempre, è recepito come un fenomeno di superficie, in realtà nasconde una profonda complessità. Ciononostante, molti dichiarano di possedere il metodo perfetto per contrastare la cellulite, attraverso creme o prodotti miracolosi. Purtroppo come la cellulite stessa richiede, non possiamo avere un approccio superficiale, ma dobbiamo affrontare la tematica andando in profondità.

La cellulite viene classificata come un fenomeno infiammatorio del micro-circolo e del sistema venoso-linfatico sottocutaneo. Dal punto di vista medico, la cellulite è classificata come panniculopatia edemato-fibro sclerotica, o anche lipo-distrofia ginoide. Il suo sviluppo è caratterizzato da un complesso di alterazione anatomiche che coinvolge vari tessuti: epidermico, dermo-ipodermico e pannicolo adiposo sottocutaneo. In profondità, si verifica un’alterazione del tessuto adiposo e del sistema circolatorio periferico venoso-linfatico; in superficie, si assiste alla formazione della cosiddetta “buccia di arancia”.

Curri (Curri S.B., 1994) descrive dettagliatamente i quattro stadi di evoluzione della cellulite.

Come si evince dall’immagine, la cellulite comporta una serie di fenomeni fisiopatologici. Può essere confusa con un semplice accumulo di grasso, ma si differenzia, in quanto, l’accumulo di grasso è distribuito uniformemente, la pelle appare più liscia e non è fredda, non c’è dolore al tatto, né l’aspetto a “buccia d’arancia” o a “materasso”.

Davanti ad un quadro così complesso, sorprende che l’unica soluzione commerciale sia l’utilizzo di creme denominate “anti-cellulite”. Esistono anche prodotti farmaceutici (ndr. farmaci a tutti gli effetti) ed esaminarli non rientra nel nostro interesse.

Sono invece favorevole ad un approccio multidisciplinare, con l’aiuto del medico estetico, del nutrizionista, del massoterapista e del personal trainer, che debbono contribuire, in base alle proprie competenze, al miglioramento della problematica riscontrata. Per la cellulite serve un’attenta analisi della composizione corporea per discernere un aumento dei fluidi extracellulari dal grasso corporeo, indagando con attenzione la componente muscolare del soggetto al fine di stilare un programma d’allenamento individuale.

Un approccio multidisciplinare efficacie, supportato dall’allenamento, da una corretta alimentazione e da trattamenti manuali dovrebbe prevedere:

- la stimolazione della soletta di Lejar situata a livello della pianta del piede per facilitare il ritorno venoso. Spiegato in modo semplice, è come se ci fosse una spugna costituita da un complicato intreccio di vene superficiali e profonde la quale viene spremuta dal contatto con il terreno. Esercizi utili per la stimolazione specifica possono essere effettuati a piedi nudi e con piccoli attrezzi come palline da tennis;

- l’allenamento dei muscoli del polpaccio, il quale in congiunzione con il piede viene anche definito “cuore periferico”, la cui contrazione permette al sangue di risalire verso l’alto;

- la mobilità della caviglia in flesso-estensione, per poter svolgere con efficacia gli esercizi a carico degli arti inferiori;

- la valutazione posturale, che potrebbe avere un ruolo importante nell’insufficienza veno-linfatica cronica. Infatti tutte le volte che la localizzazione della cellulite appare asimmetrica, bisognerebbe sospettare un problema posturale quale scogliosi, appoggio plantare inadeguato o valgismo delle ginocchia;

- un training muscolare personalizzato, distinguendo le necessità del soggetto;

- un’alimentazione anti-infiammatoria che rispetti i ritmi circadiani e sia basificante la sera;

- l’applicazione di creme con il supporto manuale di un massoterapista.



Tratto da “50 miti del fitness” – capitolo 13 – di S. Zambelli, M. Mazzilli, G. Coratella.








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