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Prevenzione intolleranze alimentari e questionario Quasa

Scopo questionario QuASA - in breve

Il questionario riconosce:

-La predisposizione generale del paziente verso una food - sensitivity.

-Il sovraccarico stimato per ciascun gruppo alimentare.

-La correlazione tra sintomi di sovraccarico e alimenti che li provocano.

Test non convenzionali

L’affidabilità dei test di intolleranza alimentare è stata da più parti e più volte messa in discussione da un punto di vista scientifico. Alcune società scientifiche di dietologi e allergologi hanno addirittura inserito i test sulle intolleranze al primo posto tra le pratiche a rischio di inappropriatezza. Alcuni test sono accusati di generare falsi positivi (cioè intolleranze non reali), altri falsi negativi (cioè di non riconoscere intolleranze esistenti), e in genere di essere incompleti, imprecisi e non documentati.

Non sempre chi ha avuto parole di critica verso i test era in buona fede. L’idea che si possa curare una patologia allergica o autoimmune attraverso alimentazione e stile di vita non è evidentemente gradita a chi tragga interesse dalla vendita di farmaci soppressivi.

L’industria del farmaco, con i suoi lacché, ha tutto l’interesse ad affossare o comunque a non divulgare qualunque metodo di cura che preveda alimentazione e stile di vita come strumenti primari, in luogo dei farmaci. Il fatturato annuo di antistaminici, cortisonici, gastroprotettori e analgesici (i più comuni farmaci soppressivi venduti per patologie che sarebbero invece curabili con un corretto regime alimentare antinfiammatorio) è purtroppo ancora elevatissimo, e viene purtroppo difeso con le unghie e con i denti.

Nasce QuASA

E allora cosa fare, di fronte ad un ambiente scientifico che rifiuta di prendere in considerazione una valutazione di risposta allergica diversa da quella immediata (IgE mediata), sebbene questa abbia dignità e rispettabilità scientifica fin dal 2003?

La soluzione adottata dai professionisti della Medicina di Segnale è estremamente semplice. Una volta riconosciuto il fatto che è sbagliato sia lavorare con test imprecisi, sia ignorare del tutto l’esistenza dei test rinunciando a possibili efficaci vie di cura, si rende necessario valorizzare le decisioni del professionista. È nato così QuASA: Questionario Anamnestico di Sovraccarico Alimentare, che supera il concetto di “test” analizzando solo attraverso un’attenta anamnesi (successivamente pesata con un punteggio complessivo per gruppo alimentare) l’eventuale sovraccarico alimentare di un individuo.

Di che cosa si tratta?

QuASA consiste dunque in un dettagliato questionario anamnestico che analizza tre differenti ambiti:

  1. La predisposizione generale del paziente verso una Food Sensitivity, in relazione a fattori genetici, farmacologici e di storia individuale

  2. Il sovraccarico alimentare per ciascun gruppo alimentare

  3. La correlazione tra sintomi di sovraccarico e alimenti che li provocano

Le risposte che il paziente fornisce a un centinaio di domande diverse generano un punteggio generale di predisposizione e un punteggio specifico per ciascun gruppo alimentare implicato nella sintomatologia. L’immissione dei dati per l’elaborazione viene poi effettuata su un foglio di calcolo appositamente predisposto per i professionisti abilitati all’uso del questionario. Il risultato è disponibile in pochi minuti e non richiede prelievi di sangue, spedizioni a centri esterni o tempi d’attesa di qualunque genere. Il paziente riceve il proprio referto pochi minuti dopo aver risposto alle domande.

Il referto consiste in 5-6 fogli prestampati, da completare a cura del professionista con i dati specifici del paziente, che contengono un elenco di lavori scientifici di supporto, per la lettura del dato da parte di eventuali altri medici. Al paziente vengono inoltre rilasciate le schede specifiche dei gruppi alimentari verso i quali è risultato sensibile.

Il perchè

di una scelta

La scelta di lavorare con un questionario anamnestico, come già ben espresso sul libro di Luca Speciani e Lyda Bottino “Food Sensitivity”, supera qualunque tipo di critica relativa all’affidabilità dei test. Non rientra forse nei compiti specifici di un medico o di un nutrizionista indagare anche in questo delicato campo? Preso atto del fatto che le Food sensitivities esistono e hanno dignità scientifica ci si chiede se oggi non sia più inadempiente rispetto ai suoi doveri un professionista che ignori del tutto questa tematica, rispetto a chi cerchi di seguirla magari con test imperfetti o migliorabili.

Con il QuASA il problema dei “test imperfetti” è stato completamente superato. Chi può permettersi di criticare un controllo del sovraccarico alimentare (potenzialmente in grado di generare infiammazione cronica) quando questo controllo viene effettuato attraverso le domande, i ragionamenti e le competenze del professionista? QuASA non dà un risultato. Dà una serie di punteggi che il medico o il professionista dovranno leggere alla luce dello stato complessivo del paziente, dando magari una lettura diversa al medesimo dato se ci si trova davanti ad un anziano o a un ragazzino, ad un obeso o a un’anoressica, ad un vegano o ad un seguace delle diete iperproteiche. Come una buona pratica medica vorrebbe che si facesse sempre, e che spesso non si ha tempo di fare.

I primi operatori abilitati

Il 5 novembre 2017 a Vimercate MB si sono diplomati i primi 23 operatori abilitati QuASA, provenienti da diverse zone d’Italia, e che sono oggi reperibili sul sito ufficiale www.dietagift.it nell’apposita pagina. La domanda che può nascere spontanea è: “ma non si può utilizzare l’anamnesi del sovraccarico senza bisogno di questionari e di punteggi?”. La risposta è senz’altro si, e ci auguriamo che siano molti i medici e i nutrizionisti in grado di farlo. Purtroppo la realtà clinica che spesso incontriamo ci racconta una storia diversa. Una storia di professionisti che tolgono alimenti a casaccio (gruppi sanguigni) piuttosto che secondo convinzioni personali (glutine, latte, carne, pomodori, uova), nessun rispetto dei gruppi alimentari, nessun criterio di rotazione, nessun ripristino della tolleranza. Abbiamo così deciso di rilasciare ad uso gratuito questionario, referto e software di calcolo solo a chi abbia frequentato con successo il corso di abilitazione, scegliendo poi di apparire nell’apposito elenco di professionisti abilitati. Crediamo che lo sforzo fatto per costruire un sistema affidabile, che ormai da mesi utilizziamo con soddisfazione in alcuni studi, debba essere valorizzato dalla competenza e dalla preparazione di chi ne fa uso. Perché in un campo bistrattato negli anni come quello delle Food sensitivities è necessaria serietà e chiarezza.

Ridurre il sovraccarico per guarire

Identificare il sovraccarico allergizzante in fase di anamnesi insieme con il paziente è il metodo più serio ed affidabile che possa essere utilizzato per prevenire e curare molte patologie, da quelle più leggere come dispepsie, pruriti e gonfiori ad altre più invalidanti come rino-congiuntiviti stagionali, malattie infiammatorie intestinali, dermatiti, emicranie, tiroiditi ecc. Ci auguriamo che ciascun medico di segnale sia presto in grado di utilizzare con cognizione di causa questo importante strumento di cura, la cui non conoscenza può portarci a sottovalutare i potenti effetti della riduzione dell’infiammazione cronica dell’organismo, oggi riconosciuta concausa anche di diabete, cancro e malattie cardiovascolari.

Un organismo cronicamente infiammato non dimagrisce, non guarisce, risponde male ai trattamenti. Lavorare con competenza sulle Food sensitivities, con tutti i collegamenti scientifici necessari, vuol dire innalzare la qualità del proprio intervento sul paziente indipendentemente dal campo specialistico in cui si lavora.

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